I primi giorni dell’allattamento

E’ importante che la mamma inizi a raccogliere il latte già poche ore dopo il parto,  e che lo effettui con buona frequenza e regolarità. Anche se le sue condizioni cliniche le dovessero imporre l’assunzione di farmaci non compatibili con l’allattamento, è importante non interrompere l’utilizzo del tiralatte per lo svuotamento totale del seno, anche se si è costretti ad eliminare il latte raccolto. In questo modo, al termine della terapia farmacologica, avendone mantenuto la produzione, sarà possibile somministrarlo al proprio neonato.  La Leche League raccomanda di utilizzare un tiralatte elettrico e di impostare la durata sui 20 minuti effettuando la raccolta ogni 2-3 ore. In ospedale sono disponibili i tiralatte da utilizzare nella propria stanza se si è ancora ricoverati oppure da portare in ambienti dedicati all’allattamento che solitamente sono parte del reparto di Terapia Intensiva Neonatale. E’ necessario richiedere i contenitori sterili per la corretta conservazione del latte e su cui scrivere la data, l’ora dell’estrazione e il cognome del bambino, che verranno conservati in un frigorifero o congelatore per la somministrazione da parte del personale addetto in assenza della mamma.

Nei primi giorni dopo il parto, viene prodotto il colostro, che è un liquido giallo denso molto importante per il prematuro. Il quantitativo prodotto è sempre scarso, ma questo non deve scoraggiare la mamma che, utilizzando il tiralatte, vede solo pochi cc nel contenitore. E’ importante persistere nella raccolta e fornire subito al personale della TIN quella piccola quantità di colostro, perché anche solo poche gocce somministrate in un momento così delicato come una nascita pretermine, sono di grande aiuto per il neonato prematuro. Un’alta concentrazione di proteine e sali minerali e la presenza di cellule vive utili alla stimolazione del sistema immunitario, sono le caratteristiche principali di questa sostanza che non a caso è stata chiamata da medici e scienziati  “liquidgolden” (oro liquido).

Ora dopo ora, con la stimolazione del tiralatte, la produzione aumenta e questo dipende, oltre che dalla frequenza con cui si fa la raccolta del latte, anche dalle condizioni ambientali in cui si trova la mamma. Sicuramente il trauma di un parto pretermine può mettere a rischio la lattazione. Inoltre l’ambiente ospedaliero, la lontananza fisica dal proprio bambino, le forti preoccupazioni sulla sua salute e spesso il senso di colpa che assale la mamma in queste ore, sono tutti fattori che possono mettere a rischio la produzione di latte. I due ormoni responsabili dell’allattamento sono la prolattina e l’ossitocina, mentre il primo è responsabile della produzione del latte, il secondo ne favorisce la fuoriuscita. Una situazione di stress o mancanza di fiducia della madre potrebbe ostacolare l’azione dell’ossitocina e inibire il riflesso di emissione del latte, provocare un ingorgo o perfino una riduzione della quantità prodotta.

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