Autore: Ivonne
Avevo trent’anni e, dopo qualche problemino tecnico, finalmente ce l’abbiamo fata: ero incinta! Dopo l’esperienza precedente (perso al secondo mese) abbiamo aspettato fino al quarto prima di parlarne in giro…
Sfortunatamente, dopo poco tempo (intorno alla 24ma settimana), ho cominciato a sentirmi male: grande debolezza, sonnolenza, ritenzione idrica… ero gonfia come un canotto!
Siamo corsi dal ginecologo che mi ha dato una settimana di riposo e sotto controllo (pressione e peso) per definire il mio stato. Una settimana dopo la diagnosi era chiara: gestosi acuta.
Ricoverata immediatamente in ospedale eravamo abbastanza spaventati ma, grazie a un bel po’ di farmaci e a un’ottima assistenza medica siamo riusciti ad arrivare alle 27ma settimana (+4).
Il primario disse che la mia situazione era abbastanza a rischio e che era ormai necessario un cesareo d’urgenza. Ovviamente non c’era nessuna garanzia che la piccola sarebbe sopravvissuta così prematura ma, sottinteso, il messaggio era: se la madre si salva può sempre riprovarci un’altra volta…
Entriamo in sala operatoria e ne usciamo con la piccola, piccolissima Emma: 740 grammi per 33 centimetri di lunghezza… un uccellino!
Per noi si è aperto un mondo nuovo, “il mondo dei prematuri”. Incubatrice, saturimetro, adrenalina, caffeina, sondino, suoni strani (divenuti familiari dopo pochissimo), igiene accuratissima, mini pannolini, procedure complicate… il tutto con un monitoraggio costante e dedicato di sorridenti infermiere che ci hanno appoggiato e aiutato a conoscere e a crescere la nostra piccola.
Dopo tre mesi e una serie infinita di ostacoli e problemi che può rappresentare un “vero” prematuro, siamo stati dimessi ed Emma è arrivata felicemente a casa con i suoi 1250 grammi!
Oggi Emma ha nove anni e penso che la sua lotta per la vita ha fatto di lei una bambina speciale. Ne siamo certi!
PS Due anni dopo è nata sua sorella Celia, a termine, 3350 grammi.