8 Marzo: festeggiamo le donne che partoriscono prematuramente

A 13 anni dalla Legge 53 sui congedi parentali, la legislazione italiana è ancora carente nella tutela delle mamme di bambini prematuri.

La neonatologia in questi anni ha raggiunto e superato traguardi importanti. E’ una scienza giovane in continua evoluzione e  i centri di Terapia Intensiva Neonatale riescono a salvare bambini nati prematuramente persino al quinto mese di gravidanza. Oggi sopravvivono bimbi nati alla 23ma settimana di gestazione con un peso di 300gr! Tuttavia le forti immaturità funzionali di un grave prematuro non gli permettono di sopravvivere autonomamente e, quindi, è costretto ad un immediato e lungo ricovero in Terapia Intensiva Neonatale che dura spesso parecchi mesi.

A questi grandi successi della medicina neonatale, non è corrisposta un’adeguata attenzione delle nostre Istituzioni verso le mamme lavoratrici che partoriscono prematuramente. Con l’abbassamento dell’età gestazionale alla nascita, che si è registrato negli ultimi anni, si allunga il periodo di ricovero del bambino in Terapia Intensiva Neonatale e può capitare che il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro giunga al termine quando il bambino non è ancora pronto alle dimissioni o che il momento delle dimissioni corrisponda con il rientro della mamma al lavoro. L’ingresso del neonato nella casa familiare, è un periodo molto delicato per la relazione mamma-bambino, perché segna l’inizio dell’assistenza esclusiva al figlio e del consolidamento del loro rapporto. E’ una fase fondamentale per il grande coinvolgimento psicologico ed emotivo che comporta per tutta la “famiglia prematura”, che investe anche eventuali fratelli. A ciò si aggiunge che i gravi prematuri, con lunghi ricoveri, sono di sovente dimessi dalle strutture neonatali con l’ausilio di supporti respiratori che presuppongono una particolare preparazione che viene fornita alla madre. Ma anche in assenza di particolari patologie questi bambini necessitano di speciali attenzioni allo sviluppo neurologico e psicomotorio che inizia proprio con le dimissioni e dura tutto il periodo dell’età evolutiva.

In un articolo del 14 Gennaio scorso, sottolineavo l’importanza di una sentenza della Corte Costituzionale che nel 2011 ha riconosciuto ai genitori (madre o padre) di neonati prematuri il diritto di fruire del congedo obbligatorio a partire dalla data di ingresso del bambino nella casa familiare, insistendo proprio sull’importanza della tutela della relazione genitore-neonato.

Questa sentenza è un passo importante, non un traguardo, e non è ancora stata recepita dalla legislazione competente, che su questo tema è ancora carente. Come sottolinea proprio oggi la presidente del Coordinamento Nazionale delle Associazioni di Neonatologia Vivere Onlus, avv. Martina Bruscagnin “auspichiamo che questa lacuna legislativa venga presto colmata e che venga sancita un’adeguata tutela normativa ai genitori dei bambini nati pretermine affinché possano accudire i propri figli sia durante la degenza in ospedale, sia nella delicata fase delle dimissioni, sia nel fondamentale periodo di riunione della famiglia finalmente a casa”.

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