I neonati prematuri sono più sensibili al dolore.

Un recente approfondimento promosso dal Ministero della Sanità sul tema della percezione del dolore nel neonato prematuro, ha messo in evidenza che non solo egli ha percezione del dolore, ma che tale percezione è tanto più forte, quanto minore è l’età gestazionale alla nascita del bambino.

Genitin Onlus, l’associazione di genitori di prematuri della TIN del Policlinico Gemelli, in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, il prossimo 17 novembre, focalizza l’attenzione proprio su questo tema.

Fino a poco tempo fa si pensava che l’immaturità del sistema nervoso del prematuro fosse responsabile della mancanza di trasmissione e ricezione delle stimolazioni dolorose. “Oggi invece” spiegano da Genitin Onlus “si è dimostrato che tale immaturità non riguarda la capacità di percepire il dolore, ma la capacità di tamponare le sensazioni dolorose” che di conseguenza risultano per lui purtroppo amplificate. Di conseguenza minore è l’età gestazionale del prematuro alla nascita, maggiore è la sua percezione del dolore.

In considerazione della quantità di esperienze dolorose che il prematuro si trova a vivere all’indomani della sua nascita, durante il suo ricovero in TIN, si comprende come anche tecniche di analgesia non farmacologica siano sempre più utilizzate per aiutare i prematuri. Un ruolo fondamentale viene giocato dai genitori che diventano attori principali per la cura dei propri piccoli. E’ importante, infatti, che siano presenti il più possibile in reparto, a fianco del neonato per parlargli, massaggiarlo, accarezzarlo, effettuare la canguro terapia o imporgli le proprie mani. Può essere utile anche un ambiente in reparto con luci più soffuse e rumori più attenuati, effettuare manipolazioni delicate da parte del personale medico e infermieristico e favorire la suzione, ad esempio fargli utilizzare il ciuccio per la sua azione antidolorifica.

Si è anche notato che l’esperienza ripetuta del dolore nel prematuro, determina delle reazioni nel piccolo del tutto paragonabili a quelle provocate dallo stress in un adulto e causano reazioni metaboliche anche importanti, quali conseguenze gastriche, che possono sia complicare eventuali patologie in atto, sia influire sulla futura capacità di percepire il dolore e di reagire allo stress.

I reparti di Terapia Intensiva dei Paesi occidentali con le figure professionali che vi operano, sono sempre più attenti all’aspetto di umanizzazione delle cure rivolte ai prematuri, anche in Italia si sono già fatti notevoli passi avanti per non avere in secondo piano l’aspetto “care” rispetto alle terapie cliniche.

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