E’ rischioso promuovere il parto in casa

La SIN, Società Italiana di Neonatologia, da sempre attenta a tutelare la salute di mamma e neonato durante il parto, ritiene indimostrabile la reale sicurezza della pratica del parto tra le mura domestiche, data l’assoluta imprevedibilità delle complicanze post-parto.

Il Prof. Romagnoli, presidente della SIN, interviene in seguito al decreto della Regione Lazio che prevede un rimborso di 800 euro per chi partorisce in casa, a patto che sia accertato dal ginecologo che si tratta di parto naturale e senza complicanze.

In Inghilterra il Royal College of Obstretician and Gynecologists incoraggia questa pratica per le donne che hanno trascorso una gravidanza senza problemi, forte dei risultati di uno studio su 65.000 donne che dimostra che non vi sono gravi differenze nelle probabilità di complicanze tra parto a casa e in ospedale, ad esclusione della prima gravidanza.

In Italia, oggi, la percentuale delle donne che scelgono questa pratica è bassissima, si raggiunge il massimo dello 0,4% in Friuli Venezia Giulia, rispetto a Paesi quali l’Olanda che hanno un 30% di parti in casa.  Da qualche giorno il Lazio si è aggiunto alle Regioni che già prevedevano un rimborso delle spese in caso di parto fra le mura domestiche, come le Marche, l’Emilia Romagna e il Piemonte.

Tuttavia, le preoccupazioni della SIN si uniscono a quelle delle associazioni di ginecologi Aogoi e Sigo, che esprimono perplessità nel poter replicare in Italia quanto accade nei Paesi che promuovono il parto a domicilio, in quanto hanno un tipo d’ organizzazione che è ben lungi dall’essere realizzabile nel nostro Paese. In particolare il dott. Romagnoli sostiene che “le complicanze del parto e del post-partum non sono prevedibili in modo assoluto: ne è la prova la mole di contenziosi medico-legali che i colleghi ostetrici si trovano a dover fronteggiare.” Di qui la perplessità della SIN verso questa decisione che potrebbe portare alla possibilità di ripercussioni sulla mortalità neonatale e ad un ulteriore incremento di contenziosi medico-legali.

“Penso che l’obiettivo da perseguire” prosegue Romagnoli ”sia quello della garanzia della massima sicurezza dell’evento parto sia per la madre che per il neonato, incrementando la collaborazione tra tutti gli operatori del settore, coinvolgendo maggiormente le famiglie nella gestione del post-partum e dell’allattamento, incrementando la dimissione precoce in sicurezza con accurati controlli di follow-up post dimissione.

 

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